Come finirà… – Un grido disperato

Forse sarà nel fantomatico 2012, o forse più tardi, ma vedo chiaramente come sarà. Le strade saranno spopolate da anni, ormai. La spazzatura – o, come l’hanno definita i giornalisti, monnezza – sarà dappertutto. Dentro e fuori ai cassonetti, sull’asfalto, sui balconi, sui tetti, sulle auto, nelle auto, negli appartamenti ormai svuotati di tutto, oggetti animati e inanimati.
Vuoti, sì… Da Formia ad Agrigento tutti avranno cominciato un lento, silenzioso, e doloroso esodo. Chi non lo potrà fare rimarrà a morire qui, e sacchetti di plastica neri gli faranno da bara. Ma l’inceneritore? chiederete voi. Sarà pieno di monnezza fin nella canna fumaria, tanto già ora, nel 2010, non funziona bene. Le mete storiche? Pompei? Ercolano? La Valle dei Templi? Tutti venduti a musei all’estero, abbelliranno il Louvre e il british Museum. Del resto siamo troppo gretti, troppo villici per capire l’arte e la storia; non a caso oggigiorno chiudono i nostri teatri e i nostri musei ( vedi il museo Madre e il teatro Trianon; occhio al San Carlo, che ogni tanto scricchiola ) e apostrofano i musicisti, che si son fatti davvero il mazzo quadro in conservatorio per amore della musica, come "parassiti della società". E i parchi nazionali? Saranno parchi di monnezza, nonostante siano protetti e tutelati. Tanto paghiamo le multe per il persistere recidivo dell’inutile Rete4, possiamo anche pagare multe per l’abbattimento di aree protette. Anzi, avranno anche pensato di passare qualche mazzetta ai chi di dovere per appiccare incendi dolosi in tutti i parchi! "Il parco Nazionale del Cilento è ridotto in cenere. Che peccato. Vabbè, poco male. Guagliù, scaricate ‘a munnezza accà! Facit’ambress!"
Chi potrà, prenderà biglietti per paesi lontani per se e per i suoi cari. Chi potrà più di altri, se sarà di buon cuore, comprerà biglietti di terza classe e, così come a Napoli esisteva la moda del caffè sospeso, si introdurrà il biglietto sospeso, un viaggio prenotato per chi in tasca ha più buchi che vuoti fogli filigranati.
Monnezza, monnezza, solo monnezza… Anche se è ingeneroso chiamarla così. Monnezza è un termine in napoletano: se facessimo un’indagine e tracciassimo la provenienza dei rifiuti, scopriremmo che è monnezza nostrana o bidume nordico?
Ingeneroso anche perché c’è chi della monnezza ha fatto un businness. E non parlo di chi, speculando, ha venduto le nostre terre per farne discariche, ma di chi ha saputo creare dalla spazzatura posti di lavoro e preservare risorse ambientali RICICLANDO AL 100% tutto il materiale smaltito.
E invece? Alcuni geniacci seduti su poltrone di prestigio allestiscono treni della vergogna, carichi di tonnellate di spazzatura che all’estero smistano, riciclano ed ESPORTANO NEL NOSTRO PAESE!!! Geniacci! E venite pure pagati, eh? e magari applauditi, no? Tanto di cappello.
E gli altri nostri compaesani? Come saranno messi?
Non benissimo. Buona parte dell’Abruzzo, L’Aquila compresa, non verrà ricostruito. Serviranno nuove discariche, del resto… Anche perchè a nord se la caveranno sempre col discorso di Roma ladrona, ma i romani la spazzatura del nord non la vogliono ed hanno già un paio di inceneritori saturi. Tanto gli aquilani sono zittiti puntualmente in ogni telegiornale, tra qualche anno l’Italia si scorderanno persino che sia esistito, l’Abruzzo.
A far casino anche quando a nord va tutto bene, nonostante le istituzioni diano loro sempre ragione, saranno sempre i leghisti. Il verde bile, del resto è il loro colore. Perché, allora, il cielo verde deve essere una prerogativa napoletana? Cielo verde, sì, per le esalazioni. Magrissima consolazione, per noi nuovi profughi di una terra che in tanti, ad oggi, nonostante il male che la attanaglia, ci invidiano, avranno sempre QUALCOSA DA INVIDIARCI! Sempre.

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